EDITORIALE
Tossicologia ambientale
Geobiologia
Quando il medico tedesco Ernst Hartmann (1915-1992), dopo la Seconda Guerra Mondiale, pubblicò diversi lavori scientifici sui “nodi” che poi da lui presero il nome, la diffidenza regnava sovrana, come sempre accade a chi parla di argomenti nuovi. Tutto aveva preso inizio da osservazioni personali, ai tempi dei suoi studi universitari: la mortalità in alcuni letti dell’ospedale che frequentava risultava più elevata che in altri, al punto che il giovane futuro medico pensò che la causa fosse da ricercare in particolari “diversità” della zona in cui i letti erano collocati. In seguito, una volta laureato, studiò pazienti che non rispondevano più alle terapie, verificando una costante correlazione con la collocazione dei letti, in zone che definì “geopatogene”. Arrivò così a formulare una rivoluzionaria teoria che identificava nella terra la causa: un “reticolo globale” (“Global Grid”) costituito da fasce reciprocamente ortogonali, orientate nel verso nord-sud ed est-ovest, larghe 21 cm e intervallate di 2-2.5 metri, formando una rete oggi nota appunto come “rete di Hartmann”. Le idee dello scienziato incontrarono ed incontrano molti ostacoli da parte della scienza cosiddetta “ufficiale” (Galileo docet…), sta di fatto che oggi, quando molte certezze crollano di fronte alle evidenze, gli studi di Ernst Hartmann possono a buon diritto rappresentare il battesimo di una nuova Scienza, afferente alla Tossicologia ambientale e strettamente correlata alla Fisica quantistica, destando una attenzione crescente nella comunità scientifica più aperta al nuovo. Successivamente ad Hartmann, un altro medico tedesco, Manfred Curry, identificò un secondo reticolo energetico, con maggior spessore della maglia. Attualmente scienziati russi stanno conducendo ricerche in questo ambito, giungendo alla conclusione che i “nodi di Hartmann” siano campi torsionali, rilevabili con opportune strumentazioni. In Germania sono stati sviluppati strumenti basati sulla “spettroscopia gamma”, con monitoraggi sull’uomo battezzati “georitmogrammi” e anche studiosi italiani sono al lavoro: ne parla, con grande competenza, l’articolo di Andrea Amato e Roberto Zucchelli con cui si apre il numero di novembre di questa rivista, anche per celebrare la sesta “Giornata nazionale delle Geopatie”, indetta dalla Associazione Tossicologi e Tecnici Ambientali (A.T.T.A.) di cui mi onoro di essere Vicepresidente. Radiazioni e correnti telluriche, corsi d’acqua sotterranei, radon, campi elettromagnetici terrestri, rete di Hartmann, campi elettromagnetici artificiali, elettrosmog, geopatie e biologia quantistica, rapporto tra geopatie e patologie umane, geotossicologia e biorisonanza, rappresentano l’affascinante campo di ricerca di una nuova scienza che studia gli effetti, ormai certi, delle radiazioni elettromagnetiche sugli organismi viventi, animali e vegetali. Per certi versi, si tratta anche di un ritorno ad antiche conoscenze, alla luce dei progressi scientifici raggiunti dall’uomo in questi ultimi decenni: un fertile incontro tra Medicina e Fisica moderna, auspicabilmente foriero di vantaggi per il bene supremo della salute.
La nuova scienza dell’habitat
Geopatie
Il giorno 9 novembre si celebra la Giornata nazionale per lo studio e per la cura delle Geopatie, indetta poco prima della pandemia da A.T.T.A. (Associazione Tossicologi e Tecnici Ambientali), di cui sono Vicepresidente. Con grande piacere ospito quindi nel numero di novembre di questa rivista il seguente articolo, che vede quale primo autore uno dei miei migliori studenti del primo corso per Tossicologi ambientali, svoltosi presso St. George Campus, nella sede di allora (Boario Terme), quasi a definire l’importanza di un nuovo modo di confrontarsi con l’ambiente e con le sue problematiche.
Massimo Radaelli
Direttore scientifico ND, Natura docet: la Natura insegna
RADIAZIONI E CORRENTI TELLURICHE
Prima di definire che ruolo occupa oggi la geopatia nel panorama scientifico, fisico e geologico, dobbiamo comprendere che questo insieme generico di radiazioni, emesse da svariate fonti geotossicologiche, occupa un range frequenziale ampio, costituito sia da emissioni elettromagnetiche che da radiazioni nucleari. Alexandre Remì (architetto e geobiologo; dopo la discussione nel 1978 di una tesi dal titolo “Per una medicina dell’habitat”, ha posto le basi per una nuova concezione dei rapporti tra ambiente, abitazione, salute.), riportando anche gli studi di R. Endros e K.E. Lotz, afferma che raggi tellurici e correnti telluriche non sono la stessa cosa. Osservazioni e ricerche geofisiche sulle correnti telluriche mostrano che esse variano debolmente in intensità e che non si può parlare di frequenza, poiché non si tratta del fenomeno oscillatorio che caratterizza invece i raggi o l’irraggiamento tellurico. Secondo i ricercatori dell’Istituto Universitario di Biberach, l’irraggiamento tellurico sarebbe un irraggiamento di neutroni, una radiazione termica della terra, prodotta attraverso un processo nucleare naturale di fissione degli atomi nelle profondità della crosta terrestre. Si formerebbero così raggi alfa, beta e gamma, più o meno assorbiti dalla terra stessa, mentre le particelle neutre raggiungerebbero la superficie del suolo. Questo debole irraggiamento di neutroni, esce dalla terra, ed irradia il suolo terrestre e la struttura minerale presente in tutta la superficie del globo, di- ventando una componente costante dell’irraggiamento ambientale che determina i processi della vita, esprimendosi come radioattività naturale del suolo misurabile. L’effetto composto dall’irraggiamento cosmico e tellurico provoca delle risonanze e interferenze che si trasmettono dalla superficie del suolo agli strati più elevati dell’atmosfera, formando un campo che penetra tutto, in maniera più o meno attiva. Le frequenze elettromagnetiche in gioco non hanno un effetto ionizzante, per cui non trasportano sufficiente energia da liberare elettroni da atomi o molecole ionizzandoli, ma riescono comunque a interferire con il sistema biologico energetico dei sistemi viventi.
GEOTOSSICOLOGIA E TOSSICOLOGIA AMBIENTALE
L’inserimento del termine “Geotossicologia” nel contesto di Biocompatibilità Ambientale e del compartimento Tossicologico, è fondamentale in un momento storico dove diventa essenziale riappropriarsi di un rapporto con la Natura ormai deteriorato.
Oggi più di Ieri, in epoca Antropocene, nella quale l’essere umano con le sue attività è riuscito con modifiche territoriali, strutturali e climatiche ad incidere su processi geologici, la Tossicologia Ambientale e la competenza del Geotossicologo devono decretare spazi sani dove vivere e non sopravvivere. Entrare in risonanza con la geologia del proprio territorio, significa conoscerne le qualità e le sue problematiche.
Oggi la Geopatia, con le sue emissioni elettromagnetiche generanti radiazioni non ionizzanti (ma comunque fortemente impattanti con il sistema biofisico delle persone), rimane in generale un problema ampiamente sottovalutato, delegando alle sole emissioni nucleari (radiazioni ionizzanti), la percezione della gravità del disturbo geopatico ambientale. Problema accompagnato anche dalle difficoltà di poter essere parametrate attraverso un calcolo della dose che determina il tossico, ipotizzando un valore soglia, che deve tener conto anche dell’adattabilità dell’uomo, oggi chiaro solo ad una élite di ricercatori, che integrano le loro conoscenze scientifiche con concetti conosciuti ed applicati in antichità.
GEOPATIE E BIOLOGIA QUANTISTICA
Oggi per sviluppare una ricerca analitica delle Geopatie, per progettare e realizzare soluzioni per la condensazione dei disturbi ambientali e promuovere la propagazione di dinamica all’interno degli spazi, è necessario passare per la conoscenza approfondita di numerose e variegate nozioni di fisica avanzata, come quelle sbalorditive della fisica quantistica.
La meccanica quantistica è il fondamento su cui si basa gran parte della fisica e della chimica. Senza di essa la comprensione del mondo semplicemente scompare, perché sorregge tutta la chimica, le scienze della materia e perfino l’elettronica. Questa “nuova” fisica non è semplice- mente un’evoluzione di quella newtoniana e per certi versi di quella einsteniana, ma rappresenta un’autentica rivoluzione. All’interno del reame quantico si verificano infatti fenomeni letteralmente straordinari e, cosa assai sconveniente, non determinabili a priori con la precisione che per secoli si pensava potesse garantire la fisica e la matematica che la sosteneva. In particolare la Biologia Quantistica, che studia l’importanza fondamentale dell’esistenza di questi principi e fenomeni quantistici, che risultano indispensabili per la genesi, il funzionamento e lo sviluppo della vita stessa, ci aiuta a comprendere ancor di più, oggi, l’impatto energetico che le geopatie determinano sull’assetto biologico-fisico-psichico di un individuo. È stato dimostrato che tutti i complessi e raffinati processi biologici vitali utilizzano le straordinarie proprietà del mondo quantico. A questo punto è assolutamente indispensabile sottolineare come la magia quantica sia estremamente fragile. Per poter funzionare necessita di uno stato di altissima coerenza e basta un’impercettibile distorsione per farla svanire, come quella provocata dal variegato mondo di interferenze geopatiche.
In ottica si definisce coerenza (o coerenza di fase) la proprietà di un’onda elettromagnetica di mantenere una certa relazione di fase con sé stessa durante la sua propagazione. Si tratta di una proprietà dei fasci di luce coerenti nel quale è ridotta al minimo la dispersione di energia anche a grande distanza. Tale fenomeno è stato generalizzato a tutti i fenomeni ondulatori, dall’acustica fino alla meccanica quantistica. Il fenomeno macroscopico più noto dovuto alla coerenza di fase è quello dell’interferenza, facilmente osservabile quando due fronti d’onda in propagazione si incontrano; laddove si incontrano onde che hanno la stessa frequenza e la stessa fase, noi potremmo apprezzare la cosiddetta “interferenza costruttiva”, nella quale le ampiezze energetiche delle due onde si sommano tra loro. Al polo opposto, due onde di uguale ampiezza che oscillino in opposizione di fase, al momento del loro incontro si cancelleranno l’un l’altra a causa di un fenomeno sempre di interferenza, ma distruttiva stavolta. L’intero universo è quindi un coacervo di vibrazioni interagenti e l’interazione segue questo principio di risonanza/non-risonanza. Come riesca la vita a garantire e mantenere la coerenza interna necessaria, trovandosi ad operare in una realtà resa mostruosamente caotica dall’interferenza distruttiva ambientale detta “decoerenza”, è assolutamente sconvolgente, perchè tutto si basa su processi così delicati che basta una microscopica perturbazione per vederli svanire come un cristallo di neve sopra un ferro rovente.
GEOPATIE E ANTICHE CIVILTÀ
Parallelamente però alle “nuove ricerche di frontiera”, dobbiamo “consultare” il passato e le antiche civiltà che, lontane fra loro nel tempo e nello spazio, si sono occupate in maniera professionale e tecnologica di una vera e propria scienza dell’habitat. Nonostante la reperibilità di testi, notizie e informazioni risulti elaborata come la creazione di un enorme mosaico che si delinea al suolo senza un progetto predefinito, e seppur la materia scritta raccolta e raccontata sia arrivata a noi frammentata, esistono gruppi di ricerca che si occupano di valutare le intuizioni attraverso l’analisi delle realizzazioni degli antichi costruttori, delle applicazioni e della sapienza con cui hanno operato nei luoghi di culto, negli spazi di cura, nei centri di potere e nelle loro abitazioni più sofisticate. Resti di vestigia che forse non hanno più la sontuosità del tempo, ma che conservano, a dispetto delle lune trascorse, tutte le regole e i protocolli di edificazione sacra nel concetto più energetico del termine.
È inevitabile comprendere che il nostro è un paese fortemente geopatico. La struttura geologica di questa penisola ci restituisce realtà complesse, variegate, e disomogenee, con disturbi geopatici spesso in un equilibrio instabile che passano fra una sofferenza abitativa e una spinta evolutiva; luoghi inabitabili ma con potenziali caratteristiche curative. In bilico fra una adattabilità possibile e una degenerativa.
GEOPATIC PROTECTION
Paradossalmente una ricchezza, soprattutto in ambito turistico, ma un valore aggiunto che va gestito, proprio per far emergere la qualità dell’ambiente che abbiamo, ma che rischiamo di perdere irrimediabilmente.
È proprio questo substrato, oggetto di ascolto e di confronto, che ha caratterizzato una storia di conoscenza di geopatia come pochi popoli al mondo. È su questa base solida, ancestrale, presente nel nostro DNA, che dobbiamo far rivivere, in chiave moderna, l’antico concetto di Geopatic-Protection.
Oggi team di ricercatori, come per esempio quelli che rappresentano la Biocompatibilità e Riarmonizzazione Ambientale (B.R.A. ÆTERE’S) si muovono all’interno del campo innovativo della Building Science (B.S.) e studiano tutti i fenomeni energetici naturali ed artificiali attivi all’interno delle strutture residenziali e lavorative, per ottimizzarli e sanificarli a diretto beneficio degli abitanti.
Considerata una scienza emergente fin dagli anni Novanta per la diffusione ad ampio raggio delle onde elettromagnetiche artificiali, una sua branca specifica, B.R.A. e la Energetic Building Biology (E.B.B.), si collocano tra le scienze innovative non-convenzionali ed operano su premesse sia teoriche che pratiche di bioenergetica, fisica, biofisica, biomimetica per analizzare qualitativamente e quantitativamente le i disturbi geotossicologici.
Le geopatie sono in relazione con le caratteristiche geologiche e geofisiche del territorio e variano con il variare di queste ultime; sono i differenti aspetti geologici, e non solo, che caratterizzano quindi le geopatie. Oggi abbiamo chiaro il concetto che ogni territorio ha conseguentemente una sua tipologia di scambio tellurico che ne conferisce un suo potenziale geopatogeno. Movimenti compressivi o distensivi del terreno, stati di dispersione o concentrazione di radiazione tellurica, stati d’assorbimento o di cessione di energia dovute alle caratteristiche chimico-fisiche del sottosuolo e del suo aspetto idrogeologico, le varie anomalie e alterazioni del campo geomagnetico e l’effetto composto dell’irraggiamento cosmico e tellurico, in grado di generare un campo onnipervasivo a intensità variabile conseguente alla trasmissione di risonanze e interferenze dalla superficie del suolo agli strati più elevati dell’atmosfera, finiscono per fornirci una serie di elementi valutativi sulla non biocompatibilità di uno spazio e su quanto questi disturbi colpiscano sia il livello fisico che la sfera emozionale, e su come quasi sempre siano comunque colti e recepiti dall’inconscio. Questo rapporto interattivo è vissuto spesso in modo non consapevole, ma di fatto noi subiamo sempre l’influenza dell’ambiente nel quale ci troviamo, influenza che si manifesta come benessere o come malessere, sia fisico che psichico.
TIPOLOGIE DI GEOPATIE
Le attuali concezioni condivise dai più importanti gruppi di ricerca dividono le geopatie in sei segmenti identificativi, costituiti sinteticamente da:
- geopatia da radioattività: Radon;
- geopatia derivante dalla struttura geologica e dalla morfologia del terreno;
- geopatia prodotta dalla composizione litologica;
- geopatia irradiata dalla idrogeologia e idrochimica del sottosuolo;
- geopatia veicolata dall’anomalia di campi magnetici;
- geopatia prodotta dalla componente energetica delle micro-aree.
La geopatia, a seconda della natura della sorgente di emissione, è in grado di emettere radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, che hanno la capacità di creare ordine e disordine dal punto di vista fisico, biologico e clinico di un organismo. Per disordine fisico di un biosistema si intende una perturbazione delle condizioni microstrutturali fisico-chimiche caratterizzanti il sistema di un essere vivente nel suo stato normale, perturbazione che deve ovviamente superare i limiti di fluttuazione entro i quali il sistema stesso si considera ancora dotato di ordine. Ordine e disordine fisico non sempre corrispondono a ordine e disordine biologico, e in particolare:
- Le radiazioni ionizzanti inducono soltanto disordine fisico con aumento di entropia della cellula secondo il “2° Principio della termodinamica o dell’entropia”, che vale in tutto l’universo e che determina la variazione di energia nel tempo;
- Le radiazioni non ionizzanti, nelle loro interazioni atermiche e coerenti; ci riferiamo quindi alle sole NIR, (near infrared – atermiche) e non alle radiazioni da geopatie; esse hanno la potenzialità di indurre ordine fisico e biologico-clinico: stimolazione, sedazione, rigenerazione, all’ordine fisico indotto dalle interazioni di risonanza all’interno del sistema cellulare. Può tuttavia seguire anche un disordine biologico, per cui le NIR atermiche sono in realtà caratterizzate da una ambivalenza di effetti.
Con le radiazioni, ionizzanti e non ionizzanti è molto più facile indurre disordine che ordine per trasferimento di unità di energia nell’unità di tempo. Con questa premessa sia chiaro che la geopatia è materia delicata per quanto riguarda le evidenze scientifiche e il compartimento delle medicine integrative, perchè se davanti ad una geopatia da radiazione ionizzante gli effetti clinici sono evidenti e direttamente imputabili, in una radiazione non ionizzante da geopatia si possono insinuare dubbi sulla causalità diretta. Ed è a questo punto fondamentale citare tutti gli studi scientifici, le osservazioni sperimentali che molti ricercatori hanno condotto per conto di università, senza dimenticare chi ha elaborato sul campo statistiche e comparazione dati, ampliando conoscenza, stimolando studio rigoroso e osservazione dei fenomeni, indicando e ipotizzando la causa.
GEOPATIE E SINTOMI
Spesso la medicina non collega immediatamente un sintomo, più o meno accertato, ad uno stato geopatologico e quindi spesso si finisce per intervenire con una “medicina tampone” (approccio della medicina allopatica-sintomatica), che risulta essere per lo più inefficace se non, in alcuni casi, addirittura peggiorativa perchè potrebbe permettere l’instaurarsi nel tempo della formazione di danni iatrogeni. Ma questo è dovuto anche alla svariata e, a volte soggettiva, quantità di sintomi principali che possono essere riassunti in: astenia, svogliatezza, insonnia, predisposizione agli incubi, cefalee, inappetenza, distonia neurovegetativa, disturbi del carattere (distimici), disturbi motori, disordini dell’apparato urogenitale, carenza di concentrazione, ritenzione idrica, cattivo funzionamento dell’intestino.
Il principale condizionamento che una geopatia imprime, però, è quello che riguarda l’equilibrio frequenziale cerebrale, che agisce disorganizzandolo, rendendolo capace di contrapporre azioni spesso inadeguate e sproporzionate all’aggressione. Il salto naturale frequenziale cerebrale può essere compromesso da una manifestazione geopatica; il segnale arriva all’ipotalamo, il quale, oltre a rispondere come una centralina termolitica per cui innescando brusche variazioni di pressione (sudorazione e circolazione sanguigna), finisce per determinare secrezioni ormonali, mettendo il sistema energetico uomo in stress: innalza verso lo stato beta la frequenza cerebrale dominante e abbandona quelle utili al sistema come quelle responsabili dell’attivazione del sistema immunitario, riferite alla ghiandola del timo o arrivando a compromettere, per inattivazione, l’epifisi, determinando una ridotta produzione di melatonina. Inoltre studi importanti sono stati condotti su come una geopatia costituita da radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, sia una delle cause della formazione dei radicali liberi, fenomeno strettamente legato all’invecchiamento.
Il cardine della terapia si deve necessariamente spostare sulla prevenzione e sanificazione degli ambienti: è sul Geo e non nel Pathos che le strategie di intervento ambientale si devono concentrare. Bisogna rapidamente prendere atto di ciò, soprattutto in considerazione della collateralità che si sta sviluppando a livello sociale. Attraverso nuovi criteri di urbanizzazione, smart city e smart working, che hanno dato nuovi input architettonici completamente slegati dal concetto di geopatia, con cui si dovrà fare i conti, vista la permanenza in luoghi chiusi che si prevede arrivi fino al 96% del tempo della giornata.
GEOTOSSICOLOGIA E BIORISONANZA
In campo Geotossicologico la biorisonanza rappresenta uno dei più interessanti approcci di medicina integrativa per entrare in sinergia di analisi, unendo i dati di una misurazione di ambiente a quella di una “misurazione” di individuo, e spesso rappresenta il primo importante segnale di alert da parte del medico, che finisce per esprimersi, attraverso la raccolta dei dati forniti da una biorisonanza, sulla necessità di procedere ad una valutazione dello spazio abitativo. La biorisonanza è un metodo completo di diagnosi e terapia, basato sull’utilizzo delle frequenze elettromagnetiche del paziente stesso. È scientificamente provato che ogni individuo possiede uno spettro di frequenze caratteristico, che può essere utilizzato a scopo diagnostico e terapeutico. Ed è anche risaputo come tutti i nostri processi biochimici siano regolati da frequenze elettromagnetiche. Se i delicati processi di regolazione del nostro organismo vengono ripetutamente disturbati da frequenze elettromagnetiche dannose, come le geopatie, causate dalle più svariate tossine esogene o (e) endogene, si hanno, di conseguenza, disfunzioni elettromagnetiche che provocano uno stato di malattia. In questo contesto opera la terapia di regolazione biologica di biorisonanza.
Poichè si evince, dalle ricerche nel campo della fisica e della bio-quantica, che la dimensione biofisica regola e controlla le dinamiche biochimiche, con la biorisonanza è possibile agire ad un livello causale profondo e non solo sul sintomo. Lo strumento di biorisonanza è in grado di analizzare le frequenze emesse dal paziente e di rinviare al paziente stesso, contemporaneamente, sia l’immagine riflessa delle vibrazioni disarmoniche che vengono così annullate, sia le sue frequenze biologiche positive, amplificate nelle loro caratteristiche. In questo modo si ottiene un rafforzamento della capacità di autoregolazione dell’organismo ed un decondizionamento delle frequenze di tipo patologico.
Gli stress geopatici, come tutte le altre forme di stress ambientale, rappresentano i maggiori imputati del fenomeno a cui stiamo assistendo più come osservatori, che come indagatori reattivi: il crollo del sistema immunitario della popolazione.
È chiaro che non possiamo definirli unici responsabili, ma sicuramente unitamente all’alimentazione, rimangono i più subdoli e “corrosivi”. Un problema che oltre a riguardare il singolo individuo, colpisce la società, la salute pubblica, l’organizzazione sanitaria e il suo costo.
Oggi la risposta medica è allopatica, contraria contrariis curantur: i contrari si curano con i contrari, per cui si somministrano rimedi anti- stress, senza ben indagare le fonti di stress che finiscono per svolgere un ruolo sintomatico, transitorio, non risolvente.
Si deve innescare un ripensamento terapeutico: il cardine della terapia si deve spostare sulla prevenzione e sanificazione degli ambienti.
GEOPATIE E SPAZI LAVORATIVI
Il danno da Geopatia non riguarda solo la sfera salute individuale e collettiva, ma grazie ad attente analisi che hanno svolto gruppi di ricerca come ÆTERE’S, sia teorica che empirica sul campo, oggi siamo in grado di dare un valore in termini aziendali del danno percepito in una struttura lavorativa.
Le statistiche che ormai anche medio aziende svolgono su brevi periodi, ci permettono di rilevare e quantificare i danni da stress ambientale fra cui, i più parametrati, quelli derivanti da stress elettrotossicologico e geotossicologico.
I segmenti che lo stress geopatico può produrre in uno spazio aziendale possono essere delineati in:
- difficoltà di concentrazione;
- aumento della percentuale di errore;
- sensazioni di malessere, che generano l’equazione: lavoro male, produco meno;
- difficoltà di “ascolto” fra i reparti;
- assenteismo ingiustificato, sindromi “misteriose”;
- incomprensioni, attriti e deterioramento rapporti.
Facile dedurre il costo aziendale come concetto, ma spesso indefinibile il suo preventivo se non a danno avvenuto. Oggi grazie a dei leader aziendali “illuminati” si sta lavorando per far star bene, in un ambiente biocompatibile, il team di lavoro. I risultati sono percepibili in termine di guadagno e rimangono estremamente competitivi con quelli spesi per ottenere il risultato. Speriamo che l’emulazione, che spesso accompagna le aziende, rappresenti l’ispirazione che può superare l’obbligo di una adempienza legislativa. Un’opportunità e non una necessità di rientrare nelle norme e limiti di legge.
GEOPATIE E SPAZIO DIAGNOSTICO
Un recente danno, ma solo perchè evidenziato da poco tempo, generato da un problema geotossicologico, è quello che avviene in ambito diagnostico.
Solo ora ci si interroga quanto l’ambiente in cui avviene l’analisi di un paziente (anche se menti illustri come il medico austriaco Wilhelm Reich, nella prima metà del Novecento, si erano già confrontati su questo problema), incida e condizioni il risultato diagnostico.
La domanda è: sto analizzando il paziente nel suo stato oggettivo, o sto valutando il soggetto nel suo stato di risposta all’ambiente in cui sta avvenendo l’analisi?
Altra domanda: quanto la macchina di diagnosi clinica, per la sua sensibilità, rischia che l’ambiente circostante alteri il risultato dell’analisi? Difficile rispondere a entrambe le domande se non conosciamo lo stato neutro dello spazio diagnostico. Un problema da non sottovalutare, perchè gli strumenti elettromedicali attuali sono molto più sofisticati e sensibili di un tempo, e anche perchè si stanno introducendo nuove realtà diagnostiche, come la biorisonanza che abbiamo appena introdotto, che a causa del loro segmento di azione svolgono un’analisi su frequenze deboli e intercettano parametri suscettibili come quelli bioenergetici. Da qui la necessità che il binomio macchina diagnostica e spazio di diagnosi, non siano svincolati da un processo di controllo di biocompatibilità.
GEOPATIE E MICROROBOTICA
Danno più sofisticato, perchè spesso non viene messa in relazione la causa con l’effetto, è quello prodotto da una geopatia all’interno di uno spazio produttivo.
L’ingresso nella filiera della microrobotica, che viaggia con nuovi impulsi “più fotoni che elettroni”, rende queste macchine decisamente più sensibili alle radiazioni telluriche. Inoltre, gli esoscheletri che proteggono i micro-robot sono realizzati con materiali meno filtranti, lasciando “scoperti” e vulnerabili molti circuiti che veicolano le informazioni. Risultato: macchine che hanno bisogno di assistenza a cui spesso non si individua il “guasto”, micro robot che spostati in altro ambiente riprendono a funzionare regolarmente, danni occulti alle catene produttive.
ANALISI E BONIFICA DELLE GEOPATIE
I sistemi di analisi tecniche che oggi possono individuare qualitativamente e quantitativamente le geopatie si “ispirano” a strategie vincenti, anche se queste affondano in logiche e modalità utilizzate più di duemilacinquecento anni fa. Ma se un team di specialisti in “geometria” come gli Etruschi si esprimevano con successo, perchè non riproporre lo stesso schema di intervento che era costituito da:
- una visione e un’analisi ampia dello spazio;
- raccolta di dati diversificata;
- utilizzo di diversi strumenti di misurazione.
I sistemi di analisi per l’individuazione delle geopatie sono in continuo work in progress; i gruppi di ricerca lavorano per creare un ponte sostenibile fra misurazione diretta e misurazione indiretta (per effetto), fra la determinazione strumentale e quella bio-percettiva. Attualmente non esiste strumentazione elettronica e scientifica che possa determinare da sola tutti i campi elettromagnetici naturali da rilevare localmente e in piccola scala; ci sono però varie apparecchiature che possono dare diversi dati di effetti e misurazioni dirette che, confrontate e incrociate, sono in grado di evidenziare una realtà inconfutabile e confrontabile da altri operatori che utilizzano come sistema di misura la bio-percezione.
Un’azione di bonifica geopatica è un concetto che, abbiamo visto, ha accompagnato da sempre l’uomo. Civiltà antiche, evolute in questo campo, hanno spesso preferito soluzioni che potessero bypassare il problema invece di risolverlo; per cui, se possibile, il concetto primario era quello di evitare la geopatia. Oppure ingegnarsi a trovare soluzioni attraverso dissipatori, accumulatori e trasformatori. Oggi è cambiato il modo di costruire e di occupare gli spazi, abbiamo già affrontato come il “distacco” dalla natura abbia fatto sì che il problema venga percepito dopo e non inserito in una progettazione; da qui la necessità di affrontare il problema con soluzioni funzionali e interessanti, che, come tutte le logiche che accompagnano un prodotto, abbiano requisiti di commercializzazione e facile installazione nei vari contesti in cui si deve adoperare una bonifica.
Altro elemento da non sottovalutare, è che questa bonifica va necessariamente contestualizzata al luogo e può avere sia un approccio puramente tecnocrate, che terapeutico. È chiaro che una bonifica che viene effettuata in una azienda sarà diversa da quella effettuata in una abitazione. Una strategia di bonifica da geopatie deve seguire il principio espresso dal fisico Emilio Del Giudice: “per governare la biochimica io devo governare l’insieme di frequenze che governano la biochimica”. Tra le tecnologie più performanti per la bonifica delle geopatie si evidenziano quelle progettate e realizzate dal gruppo di ricerca ÆTERE’S. La tecnologia applicata opera nell’ambito della Riarmonizzazione Ambientale ed utilizza l’elettricità come portante di Informazioni in grado di entrare in interferenza costruttiva ed armonizzante con il massiccio campo vibrazionale disarmonico e incoerente prodotto dall’interazione frequenziale ambientale, e dalle variegate sorgenti di vibrazioni energetiche bio-dannose prodotte dall’ambiente naturale. Un processo di condensazione e trasformazione di frequenze molto simile a quello che compiono alcuni tipi di piante.
Bibliografia a richiesta scrivendo a a.amato@aeteres.com
RIFERIMENTI
→ Il comunicato stampa St. George Campus
→ ND numero di novembre 2024