
Ma allora: tutte queste onde elettromagnetiche nelle quali siamo immersi 24h/24 7g/7, ci fanno male o no?
Attraverso una rapida ricerca su Google, digitando semplicemente: “inquinamento elettromagnetico radiante” la cosiddetta AI Overview (La nuova funzionalità di ricerca Google che offre riepiloghi concisi dei risultati di ricerca generati dall’intelligenza artificiale), vi fornisce le seguenti informazioni: “L’inquinamento elettromagnetico, spesso chiamato elettrosmog, si riferisce alla presenza nell’ambiente di campi elettrici e magnetici, sia a bassa che ad alta frequenza, generati da dispositivi elettronici, linee elettriche, e sistemi di telecomunicazione. Questi campi possono avere effetti potenzialmente dannosi sulla salute umana, sia a breve che a lungo termine, e possono essere ridotti adottando alcune precauzioni.”
La panoramica elaborata dall’algoritmo si arricchisce poi di ulteriori approfondimenti e informazioni:
Fonti di inquinamento elettromagnetico:
- Campi elettromagnetici a bassa frequenza: derivano da linee elettriche, elettrodotti, trasformatori e apparecchiature elettriche.
- Campi elettromagnetici ad alta frequenza: sono generati da antenne radio, TV, telefoni cellulari, Wi-Fi, e sistemi di trasmissione wireless.
Effetti sulla salute:
- Effetti termici: le radiazioni elettromagnetiche possono causare un aumento della temperatura dei tessuti biologici, specialmente in caso di esposizione prolungata a dosi elevate.
- Effetti biologici: sono meno chiari e possono includere disturbi del sonno, affaticamento, difficoltà di concentrazione, mal di testa, irritabilità, e potenzialmente, in casi più gravi, patologie più serie come tumori o malattie degenerative.
Riduzione dell’inquinamento elettromagnetico:
- In casa: è consigliabile tenere i dispositivi wireless (router, telefoni, ecc.) in zone meno frequentate della casa, utilizzare auricolari per il telefono, evitare di dormire con il telefono sotto il cuscino, e preferire cavi di rete cablati a quelli wireless.
- In generale: si può ridurre l’esposizione adottando comportamenti consapevoli, scegliendo dispositivi con emissioni inferiori, e informandosi sulle normative locali che regolano l’inquinamento elettromagnetico.
Normativa e limiti:
La legge quadro 36/01 in Italia stabilisce limiti di esposizione ai campi elettromagnetici, valori di attenzione e obiettivi di qualità, ma non prevede sanzioni per gli impianti che superano i limiti.
Esistono enti e società che effettuano misurazioni dell’inquinamento elettromagnetico e forniscono consulenza per ridurre l’esposizione.
A prima vista potrebbe sembrare una comunicazione pacata e ragionevole, ma facciamo notare che fino a pochissimo tempo fa e ancora tutt’oggi è possibile leggere che i campi elettromagnetici a radiofrequenza possono provocare principalmente SOLO effetti termici, ovvero un aumento della temperatura dei tessuti a causa dell’assorbimento dell’energia RF (radiofrequenza). E che tutti gli altri presunti danni segnalati anche da ricercatori e scienziati di comprovata autorevolezza, fossero e siano allarmismi immotivati e faziosi.
In un articolo pubblicato il 4 Novembre 2019 sul sito ISSalute dell’Istituto Superiore di Sanità, e ancora presente, si legge che: “In realtà, nonostante il fatto che vi sia una crescente preoccupazione sugli effetti che può avere sulla salute pubblica l’esposizione a queste radiazioni, i numerosi studi effettuati fino ad oggi hanno dimostrato effetti sanitari sulle persone solo per livelli molto alti di esposizione a campi elettromagnetici, non riscontrabili negli ambienti di vita della popolazione, capaci di indurre aumenti di temperatura rilevanti nel corpo umano, mentre non sono stati ad oggi dimostrati effetti per livelli di esposizione normalmente associati all’uso quotidiano di apparecchi che emettono campi elettromagnetici.” (https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/c/campi-elettromagnetici).
Ma, nel nostro oggi, se l’algoritmo del più grande motore di ricerca mondiale elabora il tipo di risposta iniziale, significa che fortunatamente qualcosa sta silenziosamente cambiando anche su larga scala.
Sul sito del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Ambientale (https://www.mase.gov.it/portale/inquinamento-elettromagnetico), nell’introduzione al capitolo dedicato all’inquinamento elettromagnetico, infatti si legge: “I campi elettromagnetici hanno assunto un’importanza crescente legata allo sviluppo dei sistemi di telecomunicazione diffusi capillarmente sul territorio. Anche l’intensificazione della rete di trasmissione elettrica nonché la diffusa urbanizzazione, hanno contribuito a destare interesse circa i possibili effetti sulla salute derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità di queste fonti di emissioni di onde elettromagnetiche.”
L’inquinamento elettromagnetico è provocato da radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, che pur non avendo la capacità di alterare il DNA, possono comunque provocare danni alla salute. Da anni si stanno accumulando numerosissime pubblicazioni scientifiche che dimostrano sperimentalmente questa causalità, rivelando sempre più numerosi, insospettabili e preoccupanti effetti biologici causati dall’esposizione costante a tali radiazioni.
Nel sito della Fondazione Veronesi si legge che: “…esistono ancora poche certezze per quanto riguarda gli effetti a lungo termine delle radiazioni elettromagnetiche. Non sono radiazioni ionizzanti, vale a dire che non hanno un’energia sufficiente per rompere i legami molecolari e quindi danneggiare direttamente il DNA (come vale invece per i raggi X), TUTTAVIA sono emerse preoccupazioni sulla possibilità che le radiazioni elettromagnetiche favoriscano l’insorgenza dei tumori. Sulla base delle evidenze disponibili, l’Associazione Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha inserito i campi magnetici a radiofrequenza e i campi magnetici a bassa frequenza nel Gruppo 2B ovvero tra i possibili cancerogeni per l’uomo (una sostanza chimica o un altro tipo di agente viene inserito nella categoria 2B quando esistono solo prove limitate di cancerogenicità negli esseri umani e prove insufficienti di cancerogenicità nei modelli animali).” (https://www.fondazioneveronesi.it/educazione-alla-salute/glossario/inquinamento-elettromagnetico; Ultimo aggiornamento: 30.05.2025).
Il documento, introdotto da questo preambolo, che potete leggere in allegato è il report di un trial clinico condotto su alcuni pazienti affetti da cefalea muscolo-tensiva. Dall’analisi preliminare si è potuto apprezzare che, in tali pazienti, i sintomi clinici che caratterizzano questa specifica emicrania si attivavano o venivano significativamente esacerbati dall’esposizione a fonti di inquinamento elettromagnetico.
Durante la sperimentazione, che è durata circa un mese, ogni paziente è stato monitorato da un punto di vista clinico, attraverso interviste e test valutativi variegati (clinici, osteopatici e bioenergetici) e sottoposto unicamente all’applicazione locale, in specifiche aree del tratto cervicale e dello stretto toracico superiore, di tre strumenti AETERE’S (MAGNETIC PHI, MAGNETIC PHIWATER e PHI WAVE), all’interno di un trial clinico della durata di quattro settimane e otto sedute ambulatoriali, effettuate presso il centro di Fisioterapia & Riabilitazione Fisiodinamic (Loc. Marginone, Altopascio (Lu) dall’equipe dei terapeuti dell’Holistic Lab AETERE’S sotto la direzione del Dr. Roberto Zucchelli, Fisioterapista e Osteopata.
Nonostante l’utilizzo dei dispositivi sia stato limitato alle modalità e alle tempistiche previste dalla sperimentazione, si è potuto constatare un significativo miglioramento di tutti i parametri presi in esame.
- Il Dolore, insieme alla variegata costellazione dei sintomi che frequentemente possono accompagnare la cefalea muscolo-tensiva (tensione muscolare dolorosa, nausea, vertigini, agitazione psico-motoria) si sono ridotti, in media, del 61,6%
- Il ROM articolare è migliorato, in media, del 50% in tutti i soggetti, plausibilmente grazie all’attenuazione del processo flogistico e alla conseguente riduzione della reazione muscolare antalgica; nei pazienti affetti da concomitanti o pregresse patologie discali a carico del segmento cervico-dorsale il miglioramento in ampiezza del ROM è stato meno evidente (circa 35%), ma si segnala che, sia al movimento passivo che a quello attivo, il dolore si è ridotto sensibilmente.
- TIXOTROPIA: i dati emersi dalla palpazione tissutale hanno evidenziato una rapida e marcata riduzione delle contratture muscolari.
- Il Movimento di Respirazione Primaria (MRP) o respirazione cranio-sacrale, (il ritmo intrinseco, di espansione e contrazione che si manifesta a livello delle ossa craniche, del sacro e delle membrane che li avvolgono), è certamente uno dei parametri che ha mostrato il più rapido e sostanziale miglioramento in tutti i suoi parametri.
Alla luce dei dati emersi all’interno di questo trial possiamo sostenere che l’inquinamento elettromagnetico, in special modo quello radiante e ad alta frequenza, sia un agente patogenetico estremamente aggressivo, insidioso e potenzialmente pericoloso per la nostra salutogenesi, perché le radiazioni elettromagnetiche ad alta frequenza sono aggressioni ambientali percepite come estremamente nocive, tanto da ingenerare rapidamente uno stato pericoloso di marcato distress fisiologico che potrebbe determinare un’evoluzione patogenetica. Per questi motivi riuscire a ridurre i danni derivati da un’esposizione continua e massiccia ai campi elettromagnetici è un «determinante di salute» di prioritaria importanza. Dall’analisi complessiva dei dati emersi dalla sperimentazione è possibile affermare che l’azione tecnologica della strumentazione AETERE’S utilizzata nel trial è in grado di modificare positivamente certe problematiche, riducendo significativamente l’aggressione elettromagnetica a carico dell’intero organismo, andandone nel tempo a modulare, normalizzare e armonizzare la funzionalità omeostatica generale e i processi di auto-riparazione.
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