SCACCHI E SPAZIO SACRO
Il posto migliore per nascondere qualsiasi cosa è in piena vista.
Scacchi: leggenda delle origini
Una leggenda racconta che un re indù, di nome Ladava, vinse una grande battaglia per difendere il suo regno, e che, per avere ragione del nemico, dovette compiere un’azione strategica in cui suo figlio perse la vita. Da quel giorno il re non si era più dato pace, perché si sentiva colpevole per la morte del figlio, e ragionava continuamente sul modo in cui avrebbe potuto vincere senza sacrificare la vita del figlio: tutti i giorni rivedeva lo schema della battaglia, ma senza trovare una soluzione. Tutti cercavano di rallegrare il re, ma nessuno vi riusciva. Un giorno si presentò al palazzo un brahmano, Lahur Sessa, che, per rallegrare il re, gli propose un gioco che aveva inventato: il gioco degli scacchi. Il re si appassionò a questo gioco e, a forza di giocare, capì che non esisteva un modo di vincere quella battaglia senza sacrificare un pezzo, ovverosia suo figlio. Il re si sentì finalmente sollevato, e chiese a Lahur Sessa quale ricompensa egli volesse. Il monaco rifiutò, ma il re insistette per giorni, finché alla fine Lahur Sessa, guardando la scacchiera, gli disse: «Tu mi darai un chicco di grano per la prima casa, due per la seconda, quattro per la terza, otto per la quarta e così via». Il re rise di questa richiesta, meravigliato del fatto che il brahmano potesse chiedere qualunque cosa e invece si accontentasse di pochi chicchi di grano. Il giorno dopo i matematici di corte andarono dal re e lo informarono che per adempiere alla richiesta del monaco non sarebbero bastati i raccolti di tutto il regno per ottocento anni. In questo modo, Lahur Sessa insegnò al re che una richiesta apparentemente modesta può nascondere un costo enorme. In effetti, facendo i calcoli, il brahmano chiese 18.446.744.073.709.551.615 (18 trilioni 446 biliardi 744 bilioni 73 miliardi 709 milioni 551 mila 615) chicchi di grano (). In ogni caso, il re capì, il brahmano ritirò la richiesta e divenne il governatore di una delle province del regno.
Questa leggenda era notissima durante il Medioevo con il nome di “Duplicatio scacherii”, tanto che vi appare un accenno anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri, dove viene adoperata dal sommo poeta per dare un’idea al lettore del numero degli Angeli presenti nei cieli:
L’incendio suo seguiva ogni scentilla
ed erano tante, che’l numero loro
più che ‘l doppiar de li scacchi s’inmilla
Paradiso, XXVIII, 91-93
BREVE STORIA DEGLI SCACCHI: LE ORIGINI
Le origini degli scacchi si perdono nella notte dei tempi e nessuno può dire con assoluta certezza dove e quando furono inventati. Al proposito esistono varie teorie ma l’ipotesi più accreditata pone il luogo d’origine in India.
In particolare antichi poemi persiani descrivono, talvolta anche in dettaglio, un antico gioco da tavolo, lo Chatrang, che sembra avere notevoli tratti in comune con il moderno gioco degli scacchi.
Appare comunque quasi certo che le origini dello Chaturanga siano ben più antiche, forse addirittura al I o II secolo d.C.
L’Occidente medievale lo ha conosciuto grazie alla mediazione dei Persiani e degli Arabi, come testimonia fra l’altro l’espressione “scacco matto” (in tedesco: Schachmatt) derivante dal persiano shah (re) e dall’arabo mat (è morto)
Nel Rinascimento alcune regole del gioco furono cambiate e il gioco divenne più astratto e matematico, allontanandosi dal suo antico modello strategico, senza comunque perdere i tratti essenziali del suo simbolismo.
Nella posizione iniziale dei pezzi, l’antico modello strategico resta evidente; vi si riconoscono le due armate disposte nell’ordine di battaglia in uso presso gli eserciti dell’antico Oriente: le truppe leggere, rappresentate dai pedoni, formano la prima linea, mentre il grosso dell’armata è costituito dalle truppe pesanti, i carri da guerra (le torri), i cavalieri (i cavalli) e gli elefanti da combattimento (gli alfieri); il re e la sua dama – o il suo “consigliere” – si tengono al centro delle truppe. La scacchiera è un insieme di figure geometriche e nella sua forma elementare, essa è il mandala quaternario semplice, simbolo di Shiva trasformatore (lo Yin e Yang cinese).
La forma della scacchiera corrisponde cioè al tipo “classico” del Vastu purusha-mandala, il diagramma che costituisce anche il tracciato fondamentale che serve da schema alla costruzione delle città, dei templi, alla fissazione dei ritmi universali, alla cristallizzazione dei cicli cosmici.
Il simbolismo si ricollega a quello della strategia di guerra in cui il combattimento si svolge tra pezzi bianchi e neri , fra luce e ombra, fra i Titani e gli Dei, e potremmo trovarvi un collegamento con la mitologia indù. La scacchiera normale ha 64 quadrati (64 è il numero della realizzazione dell’unità cosmica per gli Orientali). Tale diagramma è simbolo dell’esistenza, concepita come un “campo d’azione” delle potenze cosmiche e corrisponde alla terra (quadrata) limitata ai suoi quattro orienti. La qualità geometrica del simbolo esprime lo Spirito; la sua estensione puramente quantitativa esprime l’esistenza.
La scacchiera riporta al concetto di ‘dualismo’ nel mondo della materia. positivo e negativo, maschile e femminile, luce e tenebre, alto e basso, bene e male, che si incrociano nello schema della vita di ogni essere umano.
La scacchiera delimita uno spazio “speciale”, nel quale prende vita un grande gioco universale in cui i poteri della luce e dell’oscurità si contendono il dominio del mondo, facendo sì che il campo in cui ognuno di noi si trova ad operare sia pervaso da forze contrastanti. I vari pezzi degli scacchi rappresentano ruoli e modalità che sono rigorosamente regolati e governati da leggi.
- il Re (SOLE) ha mosse limitate dalla manifestazione, è legge e ordine
- La Regina (LUNA) rappresenta la Grande Madre Universale, il principio femminile le cui mosse si irradiano ovunque; è considerato il pezzo più potente, essendo quello che gode della mobilità maggiore.
- la Torre (SATURNO), la sua mossa è il quadrato, rappresenta il potere temporale
- l’Alfiere (GIOVE) è il potere spirituale, la cui mossa è il triangolo
- il Cavallo (MARTE) è l’iniziato, la sua mossa è il salto intuitivo
- il Pedone (VENERE e MERCURIO) è l’uomo comune, che cerca di percorrere con i suoi piccoli passi la scacchiera per ritrovare la propria Grandezza, che gli arriverà se mai giungerà sull’ultimo quadretto dalla parte opposta dalla quale era partito (percorso iniziatico) e avrà superato le prove che ad ogni passo si paventano a minacciarne i movimenti.
Scacchi, Geometria Sacra e Templari
Tante e tali simbologie ci portano a conoscere la scacchiera, emblema dei Templari, che spesso la facevano riprodurre nei loro monumenti religiosi, spesso inserita nei pavimenti o nelle facciate delle chiese.
I Templari avevano anche uno stendardo di battaglia bianco e nero, detto “Beauceant”, che esprimeva il concetto della dualità, lo stesso che in Oriente è chiamato Yin e Yang.
La parte bianca sopra quella nera indica la capacità attiva dell’essere su quella passiva, che poi torna a sovrastarla. L’eterno contrasto tra le forze cosmiche, che si contrappongono ma sono complementari, in un continuo processo dinamico che è alla base del mondo.
La scacchiera è quindi un vero e proprio spazio sacro all’interno del quale interagiscono dinamicamente e ordinatamente due principi complementari che si manifestano in forze e operatori di forza apparentemente contrapposti ma che, in realtà, rappresentano gli aspetti polarizzati di un’Unica Realtà, centrale e radiante.
La griglia, Il reticolo quadrato, la SCACCHIERA, sono la formalizzazione geometrica del principio costruttivo, architettonico sul quale si fonda lo spazio sacro.
La Grammatica architettonica dello Spazio Sacro occidentale
“L’Architettura contiene nella sua etimologia le Archai, i principi fondamentali che governano il cosmo” James Hillman
La grammatica architettonica è la grammatica sottile che regola la poesia e la prosa dello Spazio Sacro; essa è rappresentata dalla forma dei blocchi di pietra, dalle loro disposizione, dalle loro giunture, dal loro colore; questi elementi costruttivi vengono a giocare il ruolo degli accenti, delle declinazioni, delle congiunzioni dando il senso reale della conoscenza che il “il libro di pietra” vuole comunicare in maniera criptica e luminosa al contempo.
Parlando di architettura dello spazio sacro possiamo rifarci a due delle più importanti filosofie in ambito Tradizionale:
- Templum occidentale
- Vastu indiano
Possiamo apprezzare che entrambe illustrano lo Spazio Sacro con una scacchiera con una settorializzazione energetica Informata e Specifica. L’unica differenza sta nel numero dei settori descritti:
- Il Vastu consta di 11×11 caselle
- Il Templum: 9×9 caselle
Si tratta di una differenza numerica ma non noumenica in quanto entrambe fanno comunque riferimento ad una numerologia sacra ma con diverse “interpretazioni” simboliche.
In questo studio noi utilizzeremo la partizione del Templum a 9X9 caselle per scelta arbitraria, dettata unicamente dall’averne una maggiore conoscenza, ma le due cosmogonie formali sono meravigliosamente sovrapponibili, fatte le dovute “traduzioni” contestuali.
L’immagine di una scacchiera composta di quadrati richiama il concetto quantistico di matrice energetica unica e ordinata, composta da una disposizione dinamica di nubi probabilistiche quantiche, tutte connesse.
IL PERCORSO DEL PEDONE
A spasso nella scacchiera spazio-temporale
Orientamento
L’orientamento di uno spazio era l’operazione ordinatrice fondamentale: come il termine stesso suggerisce, tale azione veniva attuata rivolgendo la costruzione verso l’oriente, l’est, il sorgere del Sole Divino e che rappresentava la meta finale e il futuro radioso di rinascita e di ritorno all’Uno.
L’ingresso ad uno spazio sacro avviene sempre dal lato ovest e la navata centrale rappresenta un asse “temporale”, la via che l’iniziato o “pedone” deve percorrere per raggiungere lo stato di “Uomo nuovo”; un uomo che ha “trasumanato” la sua condizione terrena e si è riappropriato della sua divinità interiore. Un essere dotato, quindi, di una natura “regale”
Orientata adeguatamente la scacchiera, salta subito agli occhi la posizione del Re che è posto all’ingresso ideale dello spazio sacro, in corrispondenza esatta della prima pietra dell’asse temporale, della via di redenzione.
Come nel gioco, anche nello spazio sacro, esiste un percorso rigorosamente prestabilito che deve essere conosciuto per poter accedere alle “forze” che lo abitano e ai loro potenti effetti di:
- Purificazione
- Armonizzazione
- Rigenerazione
Si tratta di un sapere volutamente “celato”, esoterico, destinato solo agli iniziati, persone dotate di un anima pura e di un cuore sincero, animato dal fuoco sacro della conoscenza. “Non date perle ai porci” si legge nelle sacre scritture. La cattedrale gotica, ad esempio, è contemporaneamente sia uno spazio sacro che una scuola di vita. Le conoscenze scolpite nelle sue sculture e ordinate nelle sue forme e proporzioni, tessono quel “fil rouge” indispensabile per potersi addentrare in sicurezza nel mistero ed uscirne salvi e salvati.
All’interno di uno spazio sacro è possibile anche vagabondare, ma non è certo questa modalità di cammino che può condurci al suo sancta sanctorum.
Nello spazio sacro la via è segnata ed è letteralmente una “stretta via”.
Tornando al “gioco”, abbiamo visto che negli scacchi la Regina è il pezzo più potente perché è quello che gode della libertà di movimento maggiore. La sua natura “acquea” le consente di assumere infinite forme e di scorrere, “quasi”, in totale libertà.
Ognuno si scelga la propria “Dama” e il proprio “Caballero” (l’assonanza con il termine Cabala non è casuale) perché sta per iniziare il percorso di esplorazione della scacchiera sacra, la matrice geometrico-energetica, dalla quale si erge l’architettura dello Spazio Sacro.
Ogni costruzione, affinché possa essere stabile e duratura, deve poggiare su delle fondamenta solide. La fondazione è fatta partendo dalla delimitazione dello spazio costruttivo attraverso la messa in opera delle quattro “pietre di fondazione”, poste ai quattro angoli e che prendono il nome di pietre angolari.
Lo spazio sacro rappresenta l’edificazione materiale di un cosmo ordinato e le diverse materie esistenti nell’universo sono formate dall’aggregazione di “particelle elementari” che sono la manifestazione reale di altrettante forze elementari. Nella tradizione si parla proprio di quattro elementi: Focus, Aer, Aqua e Terra, la cui ordinata e armonizzata fusione da vita alla quintessenza o quinto elemento.
Tutto ciò che “è”, ha il proprio “locus” specifico all’interno dello spazio sacro…cominciamo a esplorarlo.
LE PIETRE ANGOLARI: I 4 ELEMENTI
Rintracciare la corretta collocazione delle caselle elementari è abbastanza intuitivo; esse sono poste esattamente ai “quattro angoli” dell’universo e, quindi, della scacchiera sacra.
L’assegnazione delle caselle alle pedine dei quattro elementi tradizionali è un’operazione apparentemente più complessa, ma conoscendo le “regole” che ordinano lo spazio sacro, è possibile compierla rapidamente.
I quattro elementi si dividono in due coppie in base alla loro natura eterica:
- Volatile: Focus + Aer
- Terrena: Aqua e Terra
Occorre sapere che l’orientamento dello spazio sacro non è solo cardinale ma anche verticale: cioè il nord rappresenta anche la parte superiore, cosmica, mentre il Sud quella “infera, o terrena.
Con l’aggiunta di questa informazione diventa logico posizionare gli elementi “volatili” nella regione superiore/cosmica e quelli “terreni” nella parte “infera”.
Per completare la corretta collocazione dobbiamo ora inserire due nuovi dati:
- Lo Spazio Sacro è orientato in base al moto solare; il Sole nel cielo si muove da est verso ovest, ma noi sappiamo che si tratta di un moto apparente, perché, nella realtà è la terra che si muove da ovest ad est. Questo movimento di rotazione genera una resistenza nella matrice di etere che circonda il pianeta, uno dei cui effetti è la generazione di un vento di etere che va da Est verso Ovest. Perciò noi possiamo assegnare all’elemento Aer la casella di Nord-est e al Focus quella di Nord Ovest.
- Ma esiste anche un flusso di energia radiante cosmica che dalle regioni celesti (nord) scende verso il basso (sud).
Questi due vettori energetici si fondono e dalla loro somma vettoriale emerge un vettore di flusso diagonale risultante, che va da Nord-est verso Sud Ovest. Si tratta di un vettore energetico caratterizzato da due nature eteriche complementari:
- Elettrica: elemento Aer (per Steiner: etere luminoso)
- Magnetica: elemento Aqua (per Steiner: etere chimico o sonoro)
Possiamo così collocare l’elemento Aqua nella casella Sud Ovest e, per esclusione, troviamo la dimora anche alle pedine del Focus (per Steiner: etere caldo, finale; corrispondente al Plasma) e della Terra (per Steiner: etere vitale) che si posizioneranno, rispettivamente, nella casella Nord-Ovest e Sud-Est.
Il Quinto elemento, l’Etere Aureo andrà a collocarsi nella casella che, anche geometricamente, rappresenta il centro di Armonia e il nucleo pulsante dell’intera struttura oscillante.
OPERATORI DI FORZE: I 7 RAGGI
Nel precedente articolo veniva evidenziato uno dei principi fondamentali che regolano le dinamiche all’interno di uno spazio sacro, governato da leggi armoniche. Si tratta del Principio di Complementarità. Tutti gli elementi dello spazio hanno una natura complementare e sono coordinati tra loro da processi di autoregolazione. Questa complessa orchestrazione viene attuata da operatori funzionali che trasportano informazioni ed istruzioni specifiche, subordinate al raggiungimento di un fine ultimo prestabilito e condiviso.
Questi operatori rappresentano la diretta emanazione di una Volontà superiore centrale. Da questo Sole centrale essi si irradiano verso l’esterno ma, seguendo una dinamica oscillante di espansione e contrazione, ad esso convergono e ritornano continuamente e ritmicamente. Tra i due limiti di oscillazione, rappresentati dal centro e dall’estremità del segmento raggistico, si genera un processo di risonanza che crea delle “standing waves”, onde stazionarie.
Da questa “metafora solare” è nata la scelta di chiamare questi operatori funzionali: OPERATORI RAGGISTICI.
Sono in numero totale di sette ed essendo complementari, si dividono in tre coppie, lasciando da solo un raggio, (per convenzione il quarto), che è unico perché speciale. Si tratta di un operatore che rappresenta la perfetta armonia funzionale tra tutte le altre coppie di principi e funzioni complementari che governano e animano lo spazio sacro.
La collocazione “ideale” del quarto raggio è la casella centrale (in coabitazione con l’etere aureo e, come vedremo, con tutte le altre realtà che hanno le medesime caratteristiche di equilibrio ed armonia divina).
I 7 Raggi rappresentano altrettante funzioni energetiche fondamentali ed ecco, in sintesi, le delle coppie dei raggi e la funzione che essi coordinano:
COPPIA DI FLUSSO ENERGETICO
- Funzione di cessione di energia: governata dal secondo Raggio, R2
- Funzione di assorbimento di energia: governata dal sesto Raggio, R6
COPPIA DI ORDINE ENERGETICO, SOLVENZA E CONDENSAZIONE
- Funzione di innalzamento della frequenza vibratoria (con conseguente riduzione della lunghezza d’onda, aumento del potenziale energetico trasportato dall’onda e diminuzione della densità materiale): governata dal terzo Raggio, R3
- Funzione di abbassamento della frequenza vibratoria (con conseguente aumento della lunghezza d’onda, calo del potenziale energetico trasportato dall’onda e aumento del livello di materializzazione): governata dal terzo Raggio, R5
COPPIA DI MANIFESTAZIONE
- Potenziale energetico/informativo cinetico; Idea e Funzione: governato dal primo Raggio, R1
- Potenziale energetico statico; Struttura e Forma: governato dal settimo Raggio, R7
RAGGIO DELL’ARMONIA
- Armonizzazione e Coerenza: governato dal quarto Raggio, R4
Per completare la loro collocazione dobbiamo, ancora una volta, confidare nella logica stringente e ordinata che caratterizza il progetto architettonico e la destinazione d’uso dello spazio sacro. Scorrendo le caratteristiche di ciascun raggio appartenete alle coppie di complementari è possibile apprezzare che tre di essi hanno funzioni irraggianti e attivanti (yang), mentre le loro controparti mostrano effetti assorbenti e inibenti (yin).
La parte nord dello spazio sacro, quella cosmica, ha natura Yang, quella sud ha, invece, natura yin.
Come per gli elementi questa divisione facilita il nostro compito:
- R4: casella centrale
- R1: casella nord
- R7 casella sud
L’esistenza di un flusso di etere “luminifero” che scorre da Est verso Ovest ci fornisce un indizio veramente illuminante dal momento che:
- esiste un vettore energetico diagonale che va da Nord-Est a Sud-Ovest
- R2 è un operatore Yang che induce un irraggiamento di energia
- R6 è un operatore Yin che induce un assorbimento di energia
- la loro collocazione è obbligata: le caselle ideali sono quelle, poste lungo la diagonale Nord-est/Sud-Ovest, immediatamente adiacenti a quelle degli elementi Aer, per ciò che riguarda R2 e Aqua, per ciò che riguarda R6.
- Le caselle di R3 e di R5 saranno quelle speculari a quelle di R2 e R6.
Nella dinamica dei flussi energetici esiste un prerequisito fondamentale affinché si possa generare un flusso eterico. È indispensabile che avvenga una divisione, una polarizzazione tra due realtà energetica dotate di potenziali energetici diversi. Questo processo genera una differenza di potenziale energetico e l’energia, seguendo una legge che amo definire di “democrazia energetica”, tende a fluire dall’entità con potenziale energetico maggiore verso quella a potenziale energetico minore con lo scopo di creare una distribuzione omogenea (isotropica) dell’energia. Contemporaneamente, le entità a basso potenziale energetico tendono ad avvicinarsi a quelle ad alto contenuto energetico.
In uno spazio caotico e “anarchico” noi vedremmo un rapido e forsennato spostamento di entità ed energie fino al rapido raggiungimento di un equilibrio definitivo e di una completa e mortale stasi energetica.
Ma lo spazio sacro è reso vivo e pulsante da un equilibrio dinamico, frutto di processi dinamici che emergono grazie all’interazione armonica tra principi complementari. Nello spazio sacro i flussi sono il frutto di onde di risonanza stazionarie; sono flussi direzionati, regimentati, e armonizzati.
I flussi vettoriali eterici più importanti oscillano lungo le diagonali e gli assi del quadrato sacro…un quadrato veramente magico!
DIAGONALI ETERICHE
DIAGONALE DI FLUSSO (N.E/S.O): R2-R6
Ordine dall’ordine
Grazie allo studio approfondito dell’armonizzazione raggistica abbiamo evidenziato che il flusso eterico più potente, manifestazione della respirazione dello spazio sacro stesso, si attiva grazie all’azione combinata della coppia omologa di raggi R2R6.
Abbiamo già descritto il meccanismo di integrazione energetica che porta, per somma vettoriale, all’emersione di un flusso risultante diagonale che risuona dal quadrante N/E a quello S/O.
Si tratta del “Vettore Cosmico” che rappresenta la Respirazione Energetica Principale e dal quale dipende la “vitalità” del sistema e la sua capacità di scambio energetico interno ma anche verso l’ambiente esterno. Essendo lo spazio sacro perfettamente assimilabile ad un vero e proprio organismo vivente, diventa essenziale che sia in sistema non isolato energeticamente. Per il 2° principio della termodinamica, in uno spazio isolato, il livello di caos, e di Entropia tende ad aumentare nel tempo, fino al raggiungimento di un’inerzia totale e morte. Ma un organismo vivente riesce ad evitare questo decadimento attraverso il Metabolismo (dal greco: scambiare).
Il meccanismo per cui un organismo si mantiene stazionario a un livello molto elevato di ordine (bassa entropia) consiste:
1. Assorbire continuamente ordine dall’ambiente: entropia negativa o energia sintropica (life promoting energies)
2. Espellere costantemente l’entropia prodotta (congestioni)
Questi due meccanismi sono esattamente le due funzioni governate, rispettivamente, da R6 e R2 che generano un vero e proprio “flusso di ordine e di energia sintropica”
DIAGONALE D’ORDINE VERTICALE (N.O/S.E): R3-R5
Diagonale di Trasmutazione
“Qualsiasi Forma nuova è generata attraverso la morte della forma precedente”
(R.A.Schwaller de Lubicz – La scienza sacra dei faraoni)
La funzione energetica che agisce lungo questa diagonale determina una modulazione degli ordini di coerenza, delle frequenze vibrazionali del flusso eterico circolante. Il centro di armonizzazione è collocato in R4. Procedendo in direzione nord-ovest (R3) assistiamo ad un aumento verticale degli ordini di coerenza. Quest’innalzamento vibratorio progressivo costituisce la fase di Solvenza.
“In seguito all’azione della causa efficiente risonante R3 si ha una liberazione dell’energia potenziale congelata nel Legame e accumulata in una data collocazione (dimensione spazio-temporale)”; attraverso la fase solvente si rimuovono l’arresto, lo stato di equilibrio stabile e parassitario mantenuto dai vari Legami coagulati stabilmente all’interno del complesso sistema energetico.
Viceversa, procedendo verso sud-ovest (R5), inneschiamo un processo di condensazione o “coagulazione” eterica. Questa fase è di fondamentale importanza nel processo di ri-armonizzazione, perché rappresenta un processo di formalizzazione, stabilizzazione della forma appena trasmutata; questa è una fase di Strutturazione. La struttura è la forma indotta dalla funzione generante ma rappresenta anche il mezzo necessario ed indispensabile affinché la funzione stessa possa operare. In generale, una qualsiasi struttura che sia distorta, polarizzata, non riesce a svolgere in maniera ottimale ed ergonomica le funzioni a cui è proposta.
La prima fase, quella solvente, destruttura la forma e ne elimina le impurità, operando attraverso un processo di innalzamento di ordini. Si tratterebbe di un’operazione incompleta e dannosa senza la successiva fase di strutturazione, “coagula” che, attraverso il processo di condensazione, “forgia” in maniera stabile la nuova forma realizzata.
ASSI ETERICI
ASSE SPAZIALE NORD-SUD: Corridoio e Asse di Luce
L’Epifania, o manifestazione Divina è la radice dell’universo; una radice presuppone l’esistenza di una struttura che faccia da guida al processo di manifestazione sostanziale e che rappresenti un “trade d’union” tra la dimensione celeste e quella terrestre; le numerose tradizioni rappresentano questo asse di collegamento cosmo-tellurico utilizzando l’Albero della Vita. Si tratta, in sintesi, di un’entità energetica che “incanala, gestisce e coordina” il processo di condensazione che dalla luce porta alla materia.
Questo vettore energetico è conosciuto anche con il nome di Corridoio di Luce o linea longitudinale di Dio.
Il corridoio di luce è quindi un asse nord sud: la luce scendendo verso sud subisce il processo di densificazione; potremmo chiamare l’asse Nord-sud: Asse di Luce.
Nella Genesi si legge che in principio era il Verbo, una vibrazione divina che generò la luce, la quale, a sua volta generò il creato.
L’asse di luce rappresenta quindi il vettore energetico che veicola le informazioni necessarie ai processi di generazione e di illuminazione; è il canale lungo il quale il “divino” opera le sue tre Funzioni Fondamentali:
1. CREAZIONE: “Egli è la FONTE della vita, il FORMATORE, il costruttore, l’architetto dei Suoi mondi”
2. CONSERVAZIONE: “Egli solo SOSTIENE e CONSERVA i mondi”
3. DISTRUZIONE: Egli solo DISSOLVE, DISTRUGGE e RIASSORBE i mondi da lui creati
All’interno della scacchiera dello Spazio Sacro esiste questo asse mediano nord-sud (R1-R7) all’interno del quale sono rintracciabili i “loci” specifici delle suddette funzioni.
La casella, collocata tra quella di R1 e del mundus è conosciuta con oil nome di PETRA GENETRIX O FONS; essa rappresenta perciò la prima funzione: Creazione.
Al centro esatto della scacchiera troviamo il mundus; esso rappresenta la 2° funzione fondamentale. Esso è sia Il centro di organizzazione che il nucleo pulsante di radiazione
La casella posta tra il mundus e l’R7 è conosciuta come LAPIS O PETRA MANALIS: LA PIETRA DEI MORTI; essa rappresenta ovviamente la 3° funzione di distruzione e di riassorbimento.
Lungo l’asse di luce noi assistiamo ad una Progressione e un’Elevazione dell’Armonizzazione. Questa affermazione sottintende due funzioni:
1. l’Armonia, rispetto alla forma, all’organizzazione spaziale
2. la Progressione, rispetto al tempo. Esiste un Numero aureo che regola questa duplice funzione: il Phi Φ
Il Φ Phi è il rapporto che rappresenta il modello di sviluppo formale ideale. E’ il modulo che contraddistingue l’evoluzione ottimale di una Forma/funzione rispetto al tempo.
CUNICOLO SACRO
Il flusso risonante tra la Petra genetrix e la Petra manalis merita un ulteriore approfondimento. La natura della struttura di collegamento tra queste due aree “gemelle” e speculari richiama sfacciatamente un’entità fisica conosciuta, dagli astroficisici, con il termine di Worm-hole (in italiano letteralmente “buco di verme”, ma tradotto in genere col termine galleria di tarlo o cunicolo di tarlo) si tratta di un cunicolo spazio-temporale, che mette in connessione due regioni dello spazio-tempo. Questa singolarità dello spazio-tempo, attraverso cui la materia può viaggiare, possiede almeno due estremità:
- Un Buco nero che assorbe tutta la materia/energia
- Un Buco bianco che irradia materia energia
L’ASSE DEL TEMPO: L’ASSE AUREO DEL π
Il Passato come ologramma
Il passato non va perduto, ma continua ad esistere in qualche forma accessibile alla percezione umana. La teoria di Bohm che il flusso del tempo è il prodotto di un continuo svelarsi e celarsi, suggerisce che quando il presente si cela e diviene parte del passato, non cessa di esistere, ma torna semplicemente al deposito cosmico dell’implicito o, come dice Bohm, “il passato è attivo nel presente come una sorta di ordine implicito”.
L’intera azione è sempre registrata nell’ologramma e vi si può sempre accedere nuovamente.
La registrazione del passato non sembra archiviata in alcun luogo particolare, ma, come l’informazione in un ologramma, è NONLOCALE ed è possibile accedervi da QUALUNQUE PUNTO nella struttura dello spazio tempo.
La registrazione olografica del passato è, in sostanza, una biblioteca di tutto ciò che è stato, e imparare ad attingere a questo infinito tesoro su scala più ampia e sistematica potrebbe espandere la nostra conoscenza sia di noi stessi che dell’universo, in modi che non abbiamo ancora osato sognare.
Anche il futuro è contenuto e accessibile nell’ologramma. La scacchiera è la nostra lastra olografica, all’interno della quale noi possiamo localizzare gli eventi anche nella dimensione temporale.
Il tempo per Platone è un tempo soggetto ad un Ritorno periodico (Ciclico) il cui movimento è regolato da Numeri e ritmi; ciò evidenzia la presenza di un Principio Razionale fonte di ordine e regolarità. Il Tempo non è reale ma è l’immagine di una Forma: Il cerchio, le dimensioni del quale sono intimamente legate al numero π
Gli egizi si accorsero che il cuore pulsando è sottoposto a 2 forze:
1. Espansione: Fati, Futuro
2. Contrazione: Ib, Passato
Il cuore del mondo pulsa più lentamente e il cuore del Cosmo, pur pulsando è fermo.
“Lo Zed (Monumento consacrato al Tempo) mi appariva come un immenso doppio scudo di granito formato dalla parete rivolta verso Nord e dall’altra rivolta verso Sud.
La direzione E-O era completamente aperta.”
Dal libro di Enoch:
“…prima che tutte le cose visibili esistano, Io già esisto, sotto forma di Pensiero Vivente invisibile e pulso in continuazione da Oriente a Occidente e da Occidente ad Oriente. “
CASELLA CENTRALE SPAZIO SACRO: ETERNITA’ E PRESENTE
ETERNITA’
Per Plotino l’Eternità è centrata nell’Uno e per Platone essa dimora nell’Unità; l’istante eterno, sembra significare un qualcosa da cui partono i cambiamenti in entrambe le direzioni; l’Eterno è il punto indivisibile e inesteso del Presente, punto adimensionale che simultaneamente unisce e divide Passato e Futuro, proprio come un punto geometrico simultaneamente unisce e divide le parti di una linea.
Nella scacchiera è un punto ideale al centro della scacchiera stessa; si tratta del punto di incontro delle due diagonali e dei due assi.
Il PRESENTE è localizzato nella casella centrale, la parte della casella occidentale contiene le informazioni di ciò che è appena trascorso, mentre la parte rivolta ad oriente quelle degli attimi immediatamente seguenti all’attimo presente.
PASSATO E FUTURO: CASELLE TEMPORALI
IL PASSATO: si colloca nella casella dalla prima casella ovest dell’asse temporale; la soglia che abbiamo attraversato, entrando volontariamente nello spazio sacro, lasciandoci indietro il nostro passato, decisi a compiere il nostro futuro di rinascita.
IL FUTURO è invece compiuto nell’ultima casella dell’asse, posta ad est. Tutto è compiuto.
Durante la nostra esplorazione siamo riusciti a decifrare il contenuto informazione di 15 delle 81 case che compongono lo spazio-sacro.
In alcune caselle dobbiamo ancora apporre la scritta delle antiche mappe “hic sunt leones”, ma la passione non ci difetta, il tempo non manca e la scacchiera…è sempre lì a nostra disposizione.