Architetture del sacro in Sardegna

Architetture del sacro in Sardegna

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Si parla spesso dei parallelismi che legano gli Etruschi alle antiche popolazioni della Sardegna. Essendo a conoscenza di come gli Etruschi riuscissero a gestire l’energia della Madre Terra, mi reco in Gallura in cerca di punti di contatto tra le due culture.

Nelle mie ricognizioni mi concentro dapprima sul culto delle acque, rappresentato dai Pozzi Sacri(1), poi su quello legato ai defunti, testimoniato dalla Tomba dei Giganti(2), e infine sui Dolmen(3) e i Menhir(4).

Attraverso l’ossevazione dei primi siti, mi rendo subito conto di come le antiche popolazioni Sarde avessero una notevole consapevolezza dei movimenti energetici tellurici e magnetici che attraversano il suolo, e di come attribuissero una particolare rilevanza al loro (sapiente) utilizzo.

  1. Pozzo Sacro: struttura destinata al culto delle acque.  L’architettura ipogea, aveva come principale funzione, quella di raccogliere l’acqua che sgorgava dalla sorgente considerata sacra.
  2. Tomba dei Giganti: monumento funerario caratteristico della cultura nuragica. Composto da una lunga camera funeraria, che poteva contenere un gran numero di inumazioni, era coperta da lastre di pietra disposte orizzontalmente. La facciata, era costituita al centro da una grossa stele di pietra disposta verticalmente e ai lati  da due archi di stele che formavano una esedra.
  3. Dolmen: “ Tavola di pietra”. Costruzione sacra di sepoltura o spiritualità, la sua edificazione era composta da due o più Menhir, sui quali era posta trasversalmente una pesante lastra di pietra, normalmente dello stesso materiale.
  4. Menhir: “Pietra lunga”. Megalite posizionato in luoghi dedicati al culto, alla ritualità e alla sepoltura. Erano  pietre enormi, trasportate a volte da grandi distanze, lavorate, e poi innalzate in un punto preciso.

Così come ho riscontrato accadere presso gli Etruschi, anche se non sembrano esserci punti di contatto da un punto di vista strettamente operativo e architettonico. La lavorazione di pietre quali menhir, dolmen e stele, sembra avvicinare la cultura sarda più a quella nordica preceltica. Vicinanza già notata in un viaggio che feci anni fa nelle vicine Baleari, sulle isole di Maiorca e Minorca, dove la presenza di dolmen e menhir è impressionante. Ma le Tombe dei Giganti che troviamo in Gallura tuttavia sono delle “macchine energetiche” complesse, ben più articolate. Costruite nell’ambito della cultura Nuragica appartenente all’età del bronzo, intorno al 1600 a.C., sono realizzate inglobando dolmen già eretti da antiche culture antecedenti di un migliaio di anni. E’ evidente, agli occhi di uno studioso, come queste queste “macchine” prevedessero dei “codici” di costruzione ben precisi. Variano le proporzioni, le dimensioni, ma è sempre riscontrabile il riferimento  ad una tipologia di realizzazione a lungo sperimentata e tramandata.

Gli elementi che, ad una prima ricognizione, sembrano caratterizzare queste “opere energetiche” (vedi galleria fotografica a destra – Schema Tomba) sono:

  • Il perfetto orientamento sull’asse est-ovest, con il corridoio funebre orientato a ovest;
    Tutte le costruzioni sorgono su una leyline che scorre da est verso ovest, che attraversa la stele centrale nonchè il corridoio funebre;
  • L’imponente stele centrale, è accompagnata da due ali di sette stele minori, decrescenti nelle dimensioni, che formano una sorta di parabola riflettente e il cui fuoco rappresenta l’apice della forza energetica di tutto il complesso;
  • La zona antistante la stele centrale è delimitata dalla cosiddetta esedra: un triangolo isoscele costituito dai due archi laterali e dal fuoco della  parabola precedentemente menzionata. L’esedra, si è rivelata essere completamente priva di nodi e geopatie così come il corridoio funebre;
  • La leyline che investe la stele, attraversa una piccola porta opportunamente aperta  nel megalite di granito e che sembrerebbe essere una specie di condotto forzato per amplificare il flusso energetico all’interno del corridoio funebre;
  • Tutte le Tombe dei Giganti, appartengono agli “architetti” nuragici, che però hanno inglobato, dei dolmen, realizzati più di un migliaio di anni prima,all’interno del corridoio funebre . Ci troviamo di fronte ad una evoluzione nella padronanza e utilizzo di tecniche energetiche: i dolmen allineati su leylines vengono infatti amplificati energeticamente, forse anche in vista di molteplici funzioni di utilizzo.

Nel descrivere le varie tombe analizzate, trascurerò i “codici” di costruzione, e mi limiterò solo ad indicare le particolarità che mi hanno colpito come elementi caratterizzanti.

Tomba dei Giganti Coddu Vecchiu

La sua presenza la si nota a distanza, è ancora molto “potente”,si rimane sorpresi vedendola costruita di taglio, in pendenza, eppure intorno, a brevissima distanza si possono scorgere molti spazi dove la messa in opera megalitica sarebbe stata di gran lunga più semplice e più stabile…già, peccato che trovare una leyline perfettamente orientata sull’asse est-ovest con vettore in direzione ovest non sia cosa così facile da riscontrare e certamente non lo era anche per i nostri antichi “architetti”.

L’antico Dolmen inglobato nella tomba è quasi integro. L’apice energetico disegnato dalla curva delle ali costituite dalle stele, che accompagna l’imponente stele centrale, costituisce un “fuoco ottico” degno di una valutazione attenta. Sembrerebbe che in quel punto potesse sorgere anticamente un Menhir, l’ ipotesi forse azzardata, ma è dettata dal fatto che in quella piccola zona affiora un massiccio granitico, dove in un punto appare una frattura più recente, che sembrerebbe proprio la base di un Menhir.

Tomba dei Giganti Li Lolghi

Mettendo in riferimento i vari “codici” costruttivi, vengo a conoscenza di come  la tomba sia dello stesso periodo di quello di Coddu Vecchiu.  La stele è più bassa e più larga, anche questa è costruita su un Dolmen che appare ben visibile, il corridoio è lungo circa dieci metri, più o meno, con una tolleranza di poche decine di centimetri, come nel caso di quella di Coddu Vecchiu. Anche la “porta” della stele è di dimensioni simili, una concomitanza nelle misure che però non ho riscontrato in altre tombe.

Tomba dei Giganti Li Mezzani

Meno “potente” delle prime due, ma anche meno imponente, è stata realizzata su una leyline più stretta. Anche qui ci troviamo di fronte a logiche inerenti le proporzioni della costruzione e la portata energetica?   Strano anche il discorso dell’orientamento, la stele è perpendicolare alla leyline proveniente da est-est-sud-est, il corridoio funebre è leggermente curvo fino ad orientarsi con il Dolmen inglobato, perfettamente orientato sull’asse est-ovest. Una forzatura operata dagli “architetti”?  o la necessità di trovare un compromesso energetico e rituale?  La “macchina” è funzionante, ma forse per questo accorgimento risulta meno potente delle altre?  Curioso e interessante.

Tomba dei Giganti Pescareddha

E’ forse quella che mi ha colpito di più, e sicuramente la più “potente” di quelle analizzate. Peccato che i miei rilevamenti sono stato costretto a farli in condizioni ambientali estreme, compresa una intensa grandinata, altrimenti vi avrei soggiornato a lungo, e viste le buone condizioni della “macchina” mi sarei spinto anche a valutazioni e misurazioni di fisiologia sottile, ma purtroppo è andata così.

Perché sembra essere la più potente?  Innanzitutto la tomba si trova inserita in un contesto ancora “vergine”, immerso in un bosco di querce da sughero e lontano da centri abitati, e questo probabilmente ha una sua incidenza.  Il corridoio funebre è in buonissime condizioni di conservazione (le migliori riscontrate).  La leyline è molto “potente”.  A discapito del complessivo potenziale energetico si riscontra come la parte superiore della stele centrale sia andata distrutta, e le ali laterali di stele  non sembrino proprio le originali ( a sinistra se ne contano dieci…pezzi della stele superiore innalzati li a “fin di bene”? ).  Ma la cosa più bella, è che finalmente ho trovato il Menhir nella posizione che avevo ipotizzato nelle tre precedenti ricognizioni, proprio nel fuoco della parabola riflettente, circa due metri di Menhir abbattuto e rotto in  quattro tronconi, ma inequivocabilmente nel punto che avevo previsto.  Nonostante sia privato della sua  posizione energetica ottimale, risulta ancora essere fortemente irradiante.

Pozzo Sacro Sa Testa

Continuando a seguire il parallelismo tra culture delle antiche popolazioni sarde e quella etrusca, prendo in esame il culto antico delle acque in questa regione. Anch’esso rivela una conoscenza “consapevole” dello sfruttamento energetico delle acque.
Uno dei più begli esempi l’ho riscontrato nel Pozzo Sacro Sa Testa che, magnifico nella sua solennità e forza è perfettamente orientato lungo l’asse est-ovest. Il pozzo qui è orientato ad est in contrapposizione rispetto a quello ritrovato nelle Tombe dei Giganti dove l’elemento che caratterizza il corridoio funebre è orientato a ovest.

Est → sorgere

Ovest → tramontare

L’energia dell’acqua è ancora fortissima, il santuario è costituito da un pozzo sormontato da una piccola torretta, costruita su un tholos (pseudo cupola) che protegge la cupola.  La torretta non è l’unico elemento “energeticamente” forte, anche l’esedra dove il pozzo si affaccia, sembra impregnato di memorie energetiche di funzioni cerimoniali.  Il vestibolo del pozzo è costituito da 17 gradini, il complesso è lungo 17 metri, forse un caso, non mi sento di inoltrarmi in analisi numeriche.  Pur essendo l’energia fortissima, ritrovo nell’esedra la presenza di nodi.  Lo “spurgo” del pozzo, ma forse è riduttivo parlare di solo elemento idraulico,  è realizzato con una tecnica costruttiva particolare: tutto il complesso è costituito da granito mentre il condotto è in pietra lavica (reperibile solo a molte decine di chilometri) .  solo un problema di friabilità o nell’economia del cerimoniale era importante la presenza di un elemento tellurico?

Dolmen

L’analisi dei Dolmen è risultata essere contraddittoria  (o forse solo in parte).  Avendoli trovati inglobati nelle Tombe dei Giganti, perfettamente orientati est-ovest e attraversati da leyline, mi aspettavo di trovare gli stessi “codici” di costruzione anche nei Dolmen analizzati in seguito. Così non è stato. Non ho riscontrato né un orientamento (tranne in quello Ladas, perfettamente orientato nord-sud nell’asse principale, e ovviamente est-ovest nella sua porta secondaria) né energia rilevabile e solo i rilevamenti energetici in “proiezione passata” che hanno rilevato congestioni da sepolture, molte sepolture.  Eppure i Dolmen di LADAS,  CIULEDDA, ALZANEDDA appaiono in buono stato di conservazione e non sembrano aver avuto degli spostamenti rilevanti.  Quello di Ladas, orientato lungo l’asse nord-sud, presenta dei criteri energetici, anche gli etruschi, oltre che sfruttare le leylines per decongestionare le necropoli, si servivano del vento energetico del nord, convogliandolo per aumentarne la portata, ma i Dolmen di Ciuledda e Alzanedda non sembrano avere  giustificazioni di tipo energetico.

Ipotesi

  1. Non tutti i Dolmen venivano eretti in situazioni energetiche, ma l’ipotesi   sembra piuttosto inconsistente.
  2. In un momento storico preciso e particolare, inserito nel contesto dell’ era neolitica che va dal 3500 a.C. al 2000 a.C., in un momento particolare, inizia la “consapevolezza energetica” che potrebbe coincidere con il 2500 a.C., che alcuni storici considerano come inizio della “ritualità sacra”, per cui ad un certo punto i Dolmen hanno seguito dei “codici” diversi da quelli legati alla sol astronomia.
  3. Ipotesi conclusiva. Che la civiltà Nuragica, si sia servita solo dei Dolmen che rispettavano i “codici” costruttivi energetici e di orientamento rituale.

Necropoli Li Muri

Per perfezionare la ricerca, visito anche la necropoli Li Muri.  Mi era stata indicata per la sua originalità, per le sua unicità in ambito sardo. Persone del luogo mi parlano di tumuli circolari, di menhir…bisogna andare a vedere.  Spero di trovare una versione corrispondente al tumulo funebre  Etrusco, invece mi imbatto ancora una volta in costruzioni circolari tipiche di culture preceltiche ( Cromlech).  Faccio dei rilevamenti energetici con scarsi risultati fino a quando non misuro quattro dei menhir presenti nella necropoli.  Due sembrano non avere una logica energetica, ma due sono fortemente “irradianti” e sono perfettamente allineati su un asse nord-sud.

Ipotesi di Geometria Sacra: il “Decagono Aureo”

Per concludere, un’altra ipotesi (all. Decagono Aureo) scaturita in un rilevamento “casuale”,  e che da approssimativo è diventato via via  più preciso:
la parabola costituita dall’arco delle quattordici stele e dalla stele centrale,potrebbe costituire tre lati di un decagono regolare, composto da dieci triangoli isosceli che hanno un vertice e un lato in comune e gli angoli alla base di 72° ( rapportati secondo la sezione aurea).  Tre di questi triangoli costituiscono l’esedra della Tomba dei Giganti con l’apice energetico coincidente con il vertice dei triangoli e il centro del decagono.

Chi conosce un po’ di radiestesia sa che il decagono regolare (aureo) ha la proprietà di concentrare onde cosmiche e che quindi può essere utilizzato per caricare in modo naturale un “testimone” posto al suo interno.Un altro segno che gli antichi “architetti” avevano una “consapevolezza” energetica non indifferente, e che in queste “macchine” fosse riposto un profondo “sapere” legato alla natura.

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Nasce a Roma nel marzo del 1965 e dopo studi di chimica, dal 1983 al 2010 ricopre ruoli di responsabilità tecnico commerciale in: Ottica Scientifica – Ottica Oftalmica – Strumentazione Astronomica – Strumentazione Scientifica di Controllo – Tecnologia di Design. La passione per l’archeologia e per i luoghi di energia prima, e lo studio e la ricerca poi, lo portano ad una formativa collaborazione con il CRESS (Centro Ricerche Energie e Sistemi Sottili) dal 2005 al 2012, svolgendo ruolo di responsabile commerciale e di docente per la Domoterapia e la TEV (Tecnica Energo Vibrazionale). Con un gruppo di ricercartori fonda la innovativa AEtere’s srl , realtà che si occupa di Biocompatibilità e Riarmonizzazione Ambientale, attraverso rilevamenti, progettazione e realizzazione di tecnologia. Oggi collabora con la Systems and Magic nella ricerca sottile della qualità del suono, con la VisionLab di Zurigo per l’analisi qualitativa sottile attraverso la cristallizzazione delle acque, e con la Ojas di Zurigo leader nell’informazione dei cristalli nel campo della Energetic Building Biology. Oggi è docente per i corsi di BRA (Biocompatibilità e Riarmonizzazione Ambientale) e di EBB (Energetic Building Biology). Conduce seminari e conferenze in EnergoArchelogia e Architettura Sacra.