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Architetture sottili nel sacro inglese
Questo breve scritto non ha la pretesa di analizzare l’architettura esoterica di Londra, ma può fornire uno spunto al visitatore appassionato di edificazione sottile nel sacro.Tappa d’obbligo londinese è Westminster Abbey, l’abbazia dell’XI sec. è una struttura imponente con un orientamento strutturale ben preciso: la navata principale coincide con l’asse est-ovest, ed entrambe le navate sono adagiate su leylines.
Ma la visita dell’abbazia lascia un po’ delusi dal punto di vista energetico fino a quando non ci si imbatte nella duecentesca Chapter House, una notevole macchina sottile a pianta ottagonale.
Lo scarso appeal della sala dal punto di vista turistico, ci consente una sosta prolungata e liberi di testare le energie sottili del luogo. L’interno è essenziale, ma sontuoso dal punto di vista architettonico sottile. L’ottagono ha nel centro un pilastro percorso da nervature, con una diramazione gotica al momento di impattare con il soffitto molto alto.
Intorno, ai suoi lati, lungo tutto il perimetro, solo panche in pietra sormontate da affreschi sacri. La disposizione ricorda molto alcune sale di Castel del Monte, anche se i tipi di energia che entrano in gioco sono completamente differenti. Qui una fortissima “energia acqua” con una importante componente tellurica si sprigiona dal suolo e viene convogliata nella colonna gotica centrale dove, salendo in alto nella raggiera, sprigiona una cascata di energia sui sedili in pietra perimetrali.
La cura architettonica sottile del tetto dell’edificio della Chapter House non si riscontra negli altri elementi del complesso di Wenstiminster Abbey, il tetto è rivestito esternamente in metallo, con una serie di guglie sormontate da sfere anch’esse fornite di punte.
La Chapter House garantisce al suo interno un enorme apporto energetico e nello stesso tempo, crea un movimento decongestionante verso l’alto e lateralmente verso la terra, grazie alle strutture ad ali, “appoggiate” ai vertici dell’ottagono.
Temple Church
Altro luogo esoterico è la Temple Church, resa famosa negli ultimi anni da Dan Brown per averla inserita nelle vicende de “Il Codice Da Vinci”. Edificio sacro costruito dai templari nel XII sec., anche questo appare nella sua versione originale a pianta ottagonale, numero 8 che insieme al 7, viene ripetuto nella struttura architettonica svariate volte.
L’aria che si respira, energeticamente, è decisamente particolare, anche qui “l’energia acqua” in concomitanza con quella tellurica è molto forte, ma sicuramente la simbologia e la geometria del luogo amplifica enormemente l’effetto. Curiosissimi sono i volti scolpiti nella pietra, presenti in tutto il motivo perimetrale, 7 facce per 6 dei lati dell’ottagono, ed altre sette inserite nelle colonne a guardia dei due ingressi, per un totale di 49 volti dall’aspetto goffo, orrido, di tipo apotropaico, decisamente insolite per un luogo sacro e di culto. Sul pavimento alcuni sarcofaghi di cavalieri templari rendono l’edificio ancora più suggestivo.
Chiesa di San Bartolomeo il Grande
Luogo sacro meno conosciuto e frequentato dal punto di vista turistico ma eccezionale per il carattere energetico, è la Chiesa Priorato di San Bartolomeo il Grande, fondata nel XII sec., ha molti elementi sottili, inseriti nella struttura, che la rendono imperdibile. Oltre alla leyline che attraversa la navata, sono da testare: il Sanctuary centrale a esedra circondato da colonne, il posizionamento della fonte battesimale, e la potentissima Cappella della Madonna, addirittura sconsacrata per oltre tre secoli e per un periodo utilizzata come tipografia dove lavorò Benjamin Franklin.
Ovviamente sotto la Cappella della Madonna c’è una cripta medievale, purtroppo chiusa al pubblico…ma il buffo gesticolare, nella chiesa deserta, di un misterioso visitatore, ha suscitato la curiosità di un Monaco (che la sapeva lunga) che dopo avermi indicato vari punti dove era consigliabile darci un’occhiata, ha dovuto cedere all’ insistenza e condurmi nella cripta. Posso solo dirvi che non so chi fosse più soddisfatto, fra il Monaco e me, di essere sceso li sotto.
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