Spazio Raro, spazio sicuro

Spazio Raro, spazio sicuro

Tratto da “La teoria polivagale” di S.Porges

Nell’interessantissimo libro del Prof. Stephen W. Porges, insigne medico e ricercatore statunitense, viene proposta la sua teoria polivagale che considera il Sistema Nervoso Autonomo (SNA) l’autentico direttore d’orchestra delle azioni umane.

Il sistema nervoso autonomo regola e armonizza i processi neurovegetativi ed è formato essenzialmente da due sistemi complementari:

  • un sistema reattivo, connesso a qualsiasi tipo di stress percepito, detto “Simpatico”
  • un sistema inibente, detto “Parasimpatico” o “vagale”, perché mediato essenzialmente dall’attività della decima coppia di nervi cranici, i nervi Vaghi, appunto.

Sia da un punto di vista anatomico che funzionale esistono più tipologie di nervo vago (da cui il termine “polivagale”) e sarebbe proprio lo studio approfondito dei diversi “vaghi” a mostrare un territorio inesplorato sulla storia e regolazione del mondo affettivo ed emotivo.

Dalla prefazione di Bessel A. van der Koll, si legge:

“L’introduzione della teoria polivagale ha ampliato enormemente questo modello con un enfasi sul nervo vago mielinizzato che, con funzioni sociali, funge da sistema di regolazione che apre la ricerca al ruolo dell’ambiente per sostenere e migliorare gli stati fisiologici correlati allo stressquando si percepisce che l’ambiente è sicuro le strutture di difesa localizzate nel sistema limbico vengono inibite.”
Il nervo vago mielinizzato, rappresenta un’evoluzione del decimo nervo cranico.
È un Vago “intelligente”, in grado capire se le persone, le situazioni e l’ambiente sono sicuri o meno.

Scrive S.Porges: “Ho coniato il termine neurocezione per descrivere in che modo i circuiti neurali sono in grado di distinguere situazioni o persone sicure, da quelle pericolose o minacciose per la vita. Essa avviene nelle parti primitiva del cervello senza la consapevolezza cosciente. La valutazione di una persona come sicura o pericolosa innesca comportamenti prosociali. Anche se non siamo consapevoli di un pericolo a livello cognitivo, a livello neurofisiologico, il nostro corpo ha già iniziato una sequenza di processi neurali che faciliterebbero comportamenti di difesa adattativa come attacco, fuga o immobilizzazione.”

L’analisi neurocettiva “avviene nelle parti primitive del cervello, senza la consapevolezza cosciente” e rappresenta un “sistema di regolazione che apre la ricerca al ruolo dell’ambiente per sostenere e migliorare gli stati fisiologici correlati allo stress”
L’uomo possiede dei circuiti neurali in grado di distinguere situazioni o persone sicure, da quelle pericolose o minacciose per la vita; tali strutture nervose fanno parte di un sistema denominato neurocettivo che opera nelle parti primitive del cervello e quindi senza la consapevolezza cosciente e che rappresenta un “sistema di regolazione che apre la ricerca al ruolo dell’ambiente per sostenere e migliorare gli stati fisiologici correlati allo stress”

Quando si percepisce che l’ambiente, lo spazio vitale è sicuro, le strutture limbiche più arcaiche che controllano i comportamenti di difesa vengono inibite ed emergono comportamenti palesemente orientati all’ingaggio sociale.
Lo stato di salute e benessere sono quindi la conseguenza di una complessa interazione di cause; gli accidenti rappresentano vissuti che agiscono in un ambiente fisico, all’interno di uno spazio interiore e di una trama relazionale.

È l’azione combinata di tutte queste variabili che determina la qualità del sentito soggettivo che è il responsabile principale delle successive reazioni corporee, siano esse conscie o inconscie. Scrive il famoso scienziato: “Soltanto in un ambiente sicuro è adattativo e appropriato inibire i sistemi di difesa e mostrare nello stesso tempo comportamenti palesemente orientati all’ingaggio sociale”.

L’ambiente non è solo un luogo geografico; è uno spazio di interazione e relazione.
I rapporti familiari, affettivi, lavorativi sono “ambienti” anch’essi.
Le nostre emozioni, i nostri pensieri, i nostri sogni sono spazi interiori.

Solo uno spazio che percepiamo sicuro, scrive ancora il neurofisiologo americano, “ci permette di gioire del conforto di un abbraccio”.
Quando si percepisce che l’ambiente è sicuro stiamo naturalmente bene.
La salute abita spazi di vita sicuri e accoglienti; la vita predilige uno spazio raro.

Avere un ambiente armonico nel quale vivere e lavorare è quindi una questione di vitale importanza. Noi dell’AETERE’S possiamo aiutarti a realizzarlo.

IMMAGINE: Pavimento del Duomo (Santa Maria del Fiore – Firenze). Foto di Alessandro Casola